Ieri, finalmente, ho cominciato le prove col Konstanzer Kammer-Chor, dove da un po' di tempo avevo pensato di andare, qui a Costanza.
In effetti avrei potuto (e voluto) anche cantare nel coro dell'università, ma -ovviamente- provano tutti e due il lunedì. Alle sette. Pazienza.
Le prove sono in un liceo non troppo lontano da casa mia... uno di quei bei palazzoni ottocenteschi costruiti così apposta per reprimere la fantasia dei ragazzi, tra colonnone e pilastroni (grigi), muri spessi e rassicuranti (grigi), scaloni monumentali e sale interne d'un brillante... grigio.
Immaginatevi cosa doveva sembrare la facciata del palazzo ieri sera, quando sono arrivato per cominciare le prove.
Strada buia.
Facciata (grigia), al buio.
Una debole luce dall'interno.
Sembrava l'inizio di un film horror e invece, seguendo la luce di stanza (grigia) in stanza (grigia), salendo lo scalone (grigio) (ma va'), ho trovato finalmente il coro (non grigio) (per fortuna).
Ed ora... beh, ora comincia il difficile: l'ambientazione, il conoscere gli altri coristi, e tante altre cose che occupano sempre almeno i primi mesi di coro...
Comunque i "tipi", i personaggi tipici del proprio coro, si ritrovano in ogni formazione... ho già individuato la loro Rosanna, mi sono seduto vicino al loro Lucchi (anche se il loro Lucchi non batte il nostro quanto a resistenza: 40 anni contro 50), ho parlato col loro Silvano... è terribilmente buffo, tutto ciò.
Seguire le prove, poi, non è stato così difficile, finora: seguono un metodo simile a quello che seguiamo con PierSi, solo che lo fanno diretti da un maestro che sembra Gene Gnocchi invecchiato. Non sto scherzando.
Vi racconterò più avanti di come vive questo coro, di come funziona, di come va avanti, dei soggetti che (sicuramente) incontrerò, e del progetto che stanno (stiamo? stanno?) preparando: la Johannespassion di Bach.
Piccola perla prima di chiudere... indovinate la raccomandazione che ha fatto il maestro appena è finita la prova... sì, proprio quella: «mi raccomando: dalle prossime prove, cominciamo alle sette e quaranta precise»... «eh, eh, in Norvegia non fanno così...» aggiungerebbe chi-sapete-voi...