Ieri sera c'è stata una specie di festa delle matricole, che mi dicono essere un must, nell'anno accademico. Cosa curiosa è che la festa è... dentro l'università. Se provassero a farlo a Giurisprudenza a Bologna, Palazzo Malvezzi crollerebbe nella prima mezz'ora per il numero -e il peso complessivo- degli invitati.
Arriviamo alle 21, giusto in tempo per l'happy hour (sì, siamo alcolizzati), ma l'università è ancora vuota o quasi. Con orrore ci rendiamo conto che quest'orario è lo stesso scelto dagli studenti meno socievoli per attaccare pezze epocali. Impressionante un francese che in tutta la serata ha cambiato DUE interlocutori, senza quasi mai smettere di parlare.
Dopo le undici, improvvisamente arriva la carica degli altri studenti, e l'univeristà si trasforma in una specie di enorme intrico di arti che si agita, parte in pista a dimenarsi, parte al bancone a scannarsi per una birra.
Una serata divertente, in fondo. C'era anche l'Anglolussemburghese che -a sentire le ragazze- doveva essere quasi sicuramente gay. Ovviamente, nella soluzione l'enigma sono stato coinvolto pure io. Oddio, non che mi prendesse tanto male, come esperimento, ma -come pensavo da quando l'avevo conosciuto, il secondo o terzo giorno d'erasmus- non c'è trippa per gatti. Pazienza. Almeno, per fortuna, ho scoperto che il suo amico biondo non è tornato in Romania come sembrava in un primo momento... slurp!
Alla fine, io e le ragazze torniamo verso l'ingresso, per rirpendere l'autobus, ma nel tragitto, tra tutto il casino, ci perdiamo. Appena uscito, mi rendo conto che non sono lì, che non le vedo e quindi torno dentro per cercarle e, già che ci sono, per riprendere la giacca.
Torno fuori in ritardo sull'orario dell'autobus, ed esattamente come prima non ci sono. Immagino che siano partite, e perciò mi metto ad aspettare il seguente, intrattenendomi in conversazione col Vaso, mio prossimo compagno di corso di tedesco (per l'identità del Vaso, rimando al blog di Beatrice). Quand'ecco che arriva... LEI. La Russa. Aiuto! Questa comincerà a pedinarmi! Salvatemi!
Alla fine arriva l'autobus e, dopo un'allucinante crociera attraverso la città resa non proprio ospitale dalla pioggia, con un grassone ubriaco fradicio che mi schiacciava sul muro urlando di tanto in tanto all'autista quand'è che si fermava all'imbarco dei traghetti, finalmente arrivo a casa.
E allora il titolo? Come mai ho scritto una roba del genere?
È presto detto: grazie alla lettura di un interessante libro di Stephen Webb sul paradosso di Fermi, ho deciso di mettere a disposizione le -limitate- risorse del mio pc per il SETI.
Per chi non lo sapesse, SETI è quel programma di ricerca di forme di vita extraterrestri a partire dalle emissioni radio che dovrebbero venire da loro emesse volontariamente o involontariamente. Dato che per tutto questo tempo non si è trovato niente nell'etere, si potrebbe pensare con scetticismo che non ci sia nessuno da ascoltare. Ma la mole di dati da elaborare è ENORME, e i computer che ci lavorano ci metterebbero ANNI, da soli. Perciò si è cominciato a diffondere su internet un programma che riceve i dati da analizzare, compie i dovuti calcoli sul tuo pc (sì! proprio sul tuo!) e li rimanda indietro.
Il link lo trovate ora nella colonna di destra del mio blog, sotto gli altri link.
Oltre a questo, ho trovato un'altra cosa molto carina su internet: StudiVZ, una comunità online di studenti (non necessariamente tedeschi, ma il sito è in tedesco, quindi di fatto... come dire...) in cui ho messo su un profilo... Mi dicono che è molto frequentata, perciò vediamo un po'...
Anche il link di StudiVZ è (e da ora in poi sarà) sotto la colonna dei link...