sabato 28 giugno 2008

die Bielefeldverschwörung

Non mi è mai capitato di scrivere un regalo di compleanno in forma di post, ma poi ho letto questa storia e ho pensato immediatamente "Questa sembra scritta apposta per Mat/Tia", che oggi compie pure gli anni (zaùrdi auguri, ovviamente).

La storia è scritta su wikipedia (da questo link arrivate alla voce corrispondente, in inglese), e parla di una tranquilla città tedesca di circa 300.000 abitanti, Bielefeld, nel Nord Reno-Westfalia. Fondata nel XIII Secolo, offre al visitatore purtroppo pochi edifici storici: la Sparrenburg, castello medievale pesantemente restaurato nell'Ottocento, la Altstädter Nicolaikirche, degli inizi del XIV Sec., la Neustädter Marienkirche, della fine del XIII, e relativamente poco altro, a causa dei pesanti bombardamenti subiti nel corso della II Guerra Mondiale (Dio mio, quanto mi sento guida turistica, quando scrivo così). Nel XX Secolo, grazie a professori come Niklas Luhmann, l'Università di Bielefeld, fondata nel 1969, è stata sede di un'influente scuola della sociologia moderna. Bielefeld è inoltre principalmente attiva nel settore alimentare, nella produzione di elettrodomestici, nell'industria elettronica e in alcuni settori dell'industria pesante.
Ma siamo proprio sicuri?

Nel maggio 1994, Achim Held, uno studente di informatica dell'università di Kiel, pose in internet tre inquietanti domande:
1. Conoscete nessuno che venga da Bielfeld?
2. Siete mai stati a Bielefeld?
3. Conoscete nessuno che sia mai stato a Bielefeld?

La risposta a tutte e tre queste domande era e doveva essere per forza no, secondo Held, che concludeva il suo discorso svelando al mondo la sconvolgente verità:
Bielefeld non esiste.

Non esiste, non esiste per nulla. Non esiste il centro antico, ai margini della foresta di Teutoburgo, non esiste la Sparrenburg, non è esistita la Scuola di Bielefeld (e allora mi chiedo perché me l'hanno fatta studiare al Proseminar di storia moderna) (vabbe', mi sono vendicato con il Referat), non esistono le sue industrie, i suoi musei, il suo auditorium, non esiste la sua squadra di calcio (l'Arminia Bielefeld) (oddio: con questo nome, è meglio non esistere, in effetti). Niente, niente di niente.
L'esistenza di Bielefeld è stata raccontata ai cittadini tedeschi e al mondo intero da una gigantesca cospirazione (la Bielefeldverschwörung, cioè la Cospirazione di Bielefeld, appunto), che è riuscita a costruire un'illusione quasi perfetta. L'unico punto debole è rappresentato da quelle tre semplici domande, cui nessuno può rispondere sì, semplicemente perché la città non esiste.
Se per caso poi qualcuno rispondesse di sì anche ad una sola di queste domande, la risposta di Held è assolutamente lineare: evidentemente chi dice una cosa del genere è quantomeno a parte della cospirazione, se non un vero e proprio complice.

Da quattordici anni le teorie sulle origini di questa cospirazione si sono sprecate, coinvolgendo ora la CIA, ora il Mossad, scomodando persino gli alieni (che cercherebbero di camuffare la propria astronave facendola passare per l'edificio che ospita l'Università di Bielefeld), creando un vero tormentone su internet, e i motivi per cui questa leggenda metropolitana ha preso tanto piede sulla rete, come Wikipedia li riporta, sono assolutamente logici e comprensibili.

Innanzitutto, di Bielefeld non si sente spesso parlare: sebbene molte delle istituzioni federali tedesche siano distribuite su tutto il territorio, a Bielefeld non è toccato ospitarne nessuna. La città si trova inoltre nel bel mezzo del distretto industriale del Ruhrgebiet, e perciò ha subito pesanti bombardamenti durante la guerra, cosa che la rende poco interessante per i turisti. La stessa trafficatissima autostrada che passa per Bielefeld (la A2) e la altrettanto trafficatissima linea ferroviaria Dortmund-Hannover-Berlino passano per la città, ma la attraversano nella sua estrema periferia, perciò di fatto la maggior parte dei tedeschi non ha nemmeno una chiara immagine della città nella propria mente. La stessa stazione di Bielefeld è stata per molto tempo in ristrutturazione, lasciando i viaggiatori di passaggio con la spiacevole sensazione di essere passati attraverso qualcosa più simile ad una scenografia dipinta che ad una città. Alla fine ci si è messo anche Google Maps, che nella versione "ibrida" collocava le strade di Bielefeld in una posizione sbagliata, dove le foto da satellite mostravano foresta a perdita d'occhio. Pare che l'errore sia stato corretto un paio d'anni fa, e che ancora non si sappia se si sia trattato di un easter egg o di un vero e proprio errore.

Il comune di Bielefeld ha comunque cercato di reagire a questa leggenda, lanciando la campagna "Bielefeld gibt es doch!" (Bielefeld esiste!), ma...

...ma ha avuto la buona idea di lanciarla proprio il 1° aprile 1999.
Geniali, eh?