Sarà che la grammatica italiana non è poi così difficile, ma mi trovo alle volte a incartarmi a metà di una frase, solo perché mi sono reso conto che ho fatto un errore che avrei potuto evitare, pensandoci prima. Sarà un puntiglio stupido, ma io vorrei parlare tedesco correttamente.
Crescendo, però, ho notato che i parlanti madreligua si lasciano sfuggire alcune cose, a volte... per anni mi sono sempre detto che era un'impressione, che magari non ricordavo bene io le regole, e altre giustificazioni del genere... però, per un motivo o per un altro, non ho mai pensato di domandare semplicemente ai diretti interessati.
Qualche giorno fa, però, parlando con uno studente tedesco, mi è giunta la Buona Novella.
D. (studente tedesco): Sai, poi ho un corso di latino... non l'ho fatto a scuola, e ora mi tocca farlo qui...
me: Capisco, cosa avete già fatto?
D.: Non molto... la declinazione in A, la declinazione in O, la declinazione consonantica, l'indicativo presente...
me: Ah, già, è vero: il vostro programma è fatto in un modo un po' diverso dal nostro... anche se scommetto che il vostro problema sono le parole...
D.: Sì, il lessico è molto difficile.
me: Del resto, però, voi siete avvantaggiati dal fatto di avere già i casi.
D.: Perché, voi non ce li avete? Fico!
me: Sì... mentre voi siete abituati: gli italiani non sanno cosa sia un genitivo o un dativo, finché non cominciano a studiare latino.
D.: Nemmeno i tedeschi.
me: Cosa? Cosa vuol dire che non lo sapete? Non lo studiate?
D.: Sì, ma alle elementari. Io stesso non mi ricordo più molto. Ci viene ad orecchio, ci siamo abituati, ma non ricordiamo sempre la regola.
Dopo questa rivelazione, perciò, lo Zaùrdo oggi vi comunica (anzi, ve la gira per conto di D.) la Buona Novella: non fatevi paranoie sulla grammatica tedesca, perché spesso non ci stanno dietro nemmeno loro!
Evviva!