venerdì 21 dicembre 2007

www.zaurdo-de.blogspot.com

Sono completamente fuori. È evidente, perciò vi chiedo di non inserirlo nei commenti: è assolutamente inutile. Il fatto è che, restando per diversi mesi a Costanza, non mi sembrava il caso di mantenere un blog esclusivamente in italiano.
Per questo ho deciso di aprire una pagina con la traduzione del blog in tedesco. La traduzione sarà soltanto parziale, anche perché tradurre tutti i post che scrivo qui vorrebbe dire scrivere quasi due blog contemporaneamente, e non posso passare tanto tempo ad aggiornarli (ho ancora una vita). La grafica è esattamente uguale a quella de "l'Angolo dello Zaùrdo" e ne segue i cambiamenti, per ovvi motivi di tempo (non sono un grafico) (e ho ancora una vita).
Questo testo, per esempio, è anche scritto sulla pagina in tedesco, anche se solo per punti, visto il mio quasi innato talento nel comporre frasi subordinate, per poi perdere il verbo principale a metà del discorso.

lunedì 17 dicembre 2007

Autobus mutanti

La cosa è semplice, siamo in grado di capirlo già da bambini: sei in un punto A, vuoi andare in un punto B, sai che una data linea di autobus ti porta, se non proprio da A a B, da una fermata che non dista troppo da A ad un'altra posta a una distanza ragionevole da B. E sai che quel percorso è seguito da quella linea. Magari ce ne sono altre, ma quello è il "tuo" autobus, e su questo non ci piove.
Ma a Costanza le cose vanno un po' diversamente: mettiamo che io voglia andare in centro dal mio studentato. Vado a vedere per questo nell'orario degli autobus, un grazioso libretto rosso che, per non si sa quale motivo, si chiama "Der rote Arnold", "Arnold il rosso" (da cui l'espressione "Chiedilo ad Arnold", cioè "Leggi l'orario degli autobus"). Arnold mi mostra tutte le fermate del "mio" autobus, ma solo fino a circa 500 metri dal centro: dopo la colonna è vuota. Cosa vorrà dire, secondo voi? Io immagino che l'autobus si fermi, dato che non va da nessuna parte. Sconsolato, vado alla fermata sotto casa mia, e aspetto che arrivi un altro autobus, quand'ecco che arriva il "mio". E accanto al numero 9 ha scritta a caratteri cubitali la destinazione che, invece di essere quella fermata a 500m dal centro, come stava scritto sull'orario, è il suo solito capolinea, in pieno centro. Lo prendo al volo, e in effetti l'autobus, contro tutte le previsioni, continua regolarmente la corsa come se niente fosse. Scendo, contento per l'inaspettato colpo di fortuna, e solo allora noto che il numero della linea non è più 9, ma 12/3. L'autobus si è misteriosamente trasformato.
Ora, la cosa non mi sconvolge particolarmente, ma capirei di più le "mutazioni" degli autobus, se coincidessero con un cambio di percorso: cambio strada, cambio anche numero, non fa una grinza. Il fatto è che questi cambiano numero, ma fanno la stessa identica strada.
A lungo ci siamo chiesti tutti quanti il perché di questa scelta, ma ora sono convinto di avere trovato la soluzione, che mi ha folgorato ieri sera, mentre scendevo con Kle da un 14 che era da poco diventato un 5. Stavo pensando ad Arnold come orario degli autobus in forma di grazioso libretto rosso. Se è un libretto, le linee sono rappresentate con colonne di orari su ogni pagina. Se un autobus cambia numero di linea, la colonna di orari si interrompe su una pagina, per riprendere in un'altra. Perciò ho finalmente capito qual è il vero motivo per cui gli autobus cambiano numero di linea, qui.
Il tutto è stato deciso da un funzionario dell'azienda trasporti del comune per provare la sconvolgente emozione di scrivere un orario tridimensionale.

giovedì 13 dicembre 2007

Colpo di scena!

Ieri mattina a Berna è successo qualcosa di assolutamente imprevedibile.
Come ricorderete in un post che ho scritto qualche giorno fa, all'inizio di dicembre doveva avvenire da parte delle Camere riunite l'elezione dei sette membri del Consiglio Federale.
La prassi costituzionale vuole che tutti i Consiglieri Federali che si ricandidino vengano riconfermati.
Ora, tutti i Consiglieri eletti per il mandato 2004-2007 si sono ricandidati, perciò per tutti era prevista una rielezione indolore, quasi scontata. E ancor più per scontata era data la rielezione di Christoph Blocher. Politicamente si è presentato "in una botte di ferro": Consigliere uscente ricandidato, perciò già tacitamente rieletto, appoggiato nella rielezione dal partito di maggioranza relativa, la SVP|UDC, e addirittura considerato nello stesso partito "l'uomo forte", il leader intorno cui fare quadrato, o almeno sostenuto dalla maggioranza dell'apparato del partito stesso.

E invece no: non è stato rieletto, 115 voti contro 125, andati questi ultimi comunque alla SVP|UDC, sempre per onorare il principio dell'accordo parlamentare per un esecutivo di coalizione, ma ad Eveline Widmer-Schlumpf.
Il nome non dice niente neanche a me, ma equivale ad un terremoto nella solitamente sonnolenta politica svizzera: la Widmer-Schlumpf è grigionese, e fa parte di un'ala dissidente del partito, su posizioni meno estreme (anche se è sempre la SVP|UDC), che ha base nei Grigioni nel Cantone di Berna, da dove viene l'altro Consigliere di quel partito, Samuel Schmid, rieletto regolarmente. Blocher, invece è zurighese, e ha alle spalle il resto dell'apparato di partito a livello federale.
Subito perciò è scoppiata la polemica: la SVP|UDC zurighese, rappresentante la maggioranza del partito su base federale, ha chiesto espressamente che uno dei due eletti rinunciasse alla poltrona, per giungere ad un'elezione suppletiva per rimettere Blocher a forza dentro al Consiglio Federale, e in pratica ha fatto capire alla Widmer-Schlumpf che una rinuncia alla carica a cui era stata eletta sarebbe stata molto bene accetta; d'altra parte la nutrita minoranza bernese/grigionese dello stesso partito ha fatto intendere che non aveva intenzione di rinunciare a nessuno dei due Consiglieri eletti, invitando la stessa Widmer-Schlumpf ad accettare il voto dell'Assemblea.
Con questo dubbio, hanno mandato la neoeletta a dormire, e a pensare se rispettare le richieste del partito a livello federale e farsi da parte, oppure accettare l'incarico.
Alla fine questa mattina è arrivata la notizia dell'accettazione dell'incarico, cosa che porterà conseguenze imprevedibili per la politica svizzera.
Ma ormai ci stiamo facendo il callo.

mercoledì 12 dicembre 2007

La Buona Novella

Dalla prima media, combatto con qualcosa che è alle volte particolarmente complicato, per me: la grammatica tedesca.
Sarà che la grammatica italiana non è poi così difficile, ma mi trovo alle volte a incartarmi a metà di una frase, solo perché mi sono reso conto che ho fatto un errore che avrei potuto evitare, pensandoci prima. Sarà un puntiglio stupido, ma io vorrei parlare tedesco correttamente.
Crescendo, però, ho notato che i parlanti madreligua si lasciano sfuggire alcune cose, a volte... per anni mi sono sempre detto che era un'impressione, che magari non ricordavo bene io le regole, e altre giustificazioni del genere... però, per un motivo o per un altro, non ho mai pensato di domandare semplicemente ai diretti interessati.
Qualche giorno fa, però, parlando con uno studente tedesco, mi è giunta la Buona Novella.

D. (studente tedesco): Sai, poi ho un corso di latino... non l'ho fatto a scuola, e ora mi tocca farlo qui...
me: Capisco, cosa avete già fatto?
D.: Non molto... la declinazione in A, la declinazione in O, la declinazione consonantica, l'indicativo presente...
me: Ah, già, è vero: il vostro programma è fatto in un modo un po' diverso dal nostro... anche se scommetto che il vostro problema sono le parole...
D.: Sì, il lessico è molto difficile.
me: Del resto, però, voi siete avvantaggiati dal fatto di avere già i casi.
D.: Perché, voi non ce li avete? Fico!
[pausa: in quel momento mi sono cadute le braccia]
me: Sì... mentre voi siete abituati: gli italiani non sanno cosa sia un genitivo o un dativo, finché non cominciano a studiare latino.
D.: Nemmeno i tedeschi.
me: Cosa? Cosa vuol dire che non lo sapete? Non lo studiate?
D.: Sì, ma alle elementari. Io stesso non mi ricordo più molto. Ci viene ad orecchio, ci siamo abituati, ma non ricordiamo sempre la regola.

Dopo questa rivelazione, perciò, lo Zaùrdo oggi vi comunica (anzi, ve la gira per conto di D.) la Buona Novella: non fatevi paranoie sulla grammatica tedesca, perché spesso non ci stanno dietro nemmeno loro!

Evviva!

sabato 8 dicembre 2007

Festa di Natale!

Avvertenza: Quasi tutto quello che scrivo in questo post è comprensibile per tutti.
Alcuni riferimenti sono però scritti per i miei compagni di coro, e difficilmente possono essere colti da altri.
Altri riferimenti poi sono lanciati ai pochi che, come me, sono reduci dell'esperienza del coro del mio liceo.
Chiedo scusa agli altri, ma parlando di coro, è quasi inevitabile...
Ieri sera c'è stata la festa di Natale del Konstanzer Kammerchor, una cena in un bel ristorante sul Reno. "Sarà un'occasione per conoscere un po' meglio gli altri coristi, con cui non ho ancora scambiato due parole", mi sono detto, e infatti è capitata alla mia destra una dei tre con cui avevo già un po' parlato e che conoscevo un po' meglio. Pazienza. Anche lei, ovviamente, ha una sua particolarità (del resto, come diceva Silvano: "qui c'è la buca..."): dal momento che lavora come traduttrice e interprete, parla tedesco in un modo estremamente semplice da seguire, ma d'altra parte ha l'intonazione e l'espressività nel parlare di un messaggio registrato. Un po' come parlare con la voce che vi dice "Vodafone, messaggio gratuito...", ma senza tutto quell'entusiasmo.
Alla mia sinistra, un'altra corista delle due o tre che già conosco (e te pareva), che c'ha presentato il suo compagno, un direttore di coro. E la conversazione si è fermata qui. Unico suo coinvolgimento nei discorsi del nostro lato del tavolo è stata una domanda rivolta dalla corista alla mia destra sulla didattica musicale in ambito corale, domanda che peraltro l'ha colto completamente in contropiede.

Altra cosa che ho notato durante alla serata, è stata che l'età media del KonnKammCho è in effetti un po' più alta di quanto pensassi: sono il penultimo per anzianità in un coro che sta su una media di 40-45 anni d'età... alcuni coristi tra loro si danno del lei... molti hanno fatto esperienza in diversi cori, anche d'altre città...
E poi una cosa curiosa: comincio col dire che tutti i coristi sono tedeschi, in questo coro, ma pochi sono di Costanza, dato che la maggior parte vive nei dintorni: Wallhausen, Radolfzell, Stockach...
Fin qui tutto regolare, non è questa la cosa curiosa, visto che conosciamo qualcuno che viene da Signa a Borgo Panigale due volte la settimana... Il fatto è che diversi coristi abitano da anni nei paesini a sud di Costanza, e cioè in Svizzera, eppure nel coro ci sono sempre solo tedeschi. Non c'è nemmeno uno svizzero. Vabbe', non c'era fino a due mesi fa.

Poi, come ogni cena col coro, ovviamente s'è cominciato a cantare.
Problema: questi hanno un repertorio "da festa" che ovviamente non posso conoscere, e infatti si sono buttati in canti ora goliardici ora vagamente sul nostalgico/funereo che io non avevo mai sentito. E per fortuna hanno portato le parti, così almeno ho potuto buttare l'occhio sulle pagine del libretto che mi hanno messo davanti, cercando di seguirli in letture a prima vista che cercavo d'improvvisate senza un minimo di vergogna per me stesso. D'altra parte si staccavano tempi che sfioravano l'olimpico.

Alla fine, uno dopo l'altro, il coro ha inanellato una serie di evergreen del Gaudeamus come "Belle qui tiens ma vie", "Abschied vom Walde" e a quel punto mi sono finalmente lanciato... quanti ricordi... aria di casa... una bella sorpresa, davvero. Ancora un po' e avrei proposto uno "Shto mi e milo"...

Ah, per chi me lo chiedesse: sì, quella nella foto è proprio la sala dove abbiamo fatto la festa.

venerdì 7 dicembre 2007

Salvate il Guriuz

Il Guriuz, o Guru Guru, è una specie in pericolo.
Oddio, più che una specie, è un singolo uomo in pericolo.
Comunque è in pericolo.

Dovete sapere che il Guriuz ha una grande fortuna: ha un successo con gli uomini che ha dell'incredibile. Sono ben pochi quelli che, incontratolo anche solo per caso, riescono a resistergli. Uno di quelli che gli resistono sono io, ma vabbe', fidatevi: siamo pochi.
Comunque vi giuro: se fossi apprezzato dagli uomini la metà di quanto è apprezzato lui, mi sentirei in dovere di festeggiare.
L'unico problema è che il povero Guriuz è etero, tutto qui.
Certo, la cosa sembra non preoccupare minimamente i pretendenti, che spuntano come funghi ovunque, ma soprattutto all'università, dove più di una volta al povero Guriuz sono stati lanciati sguardi carichi di significati. Di solito significati vietati ai minori.

Per questo motivo, dal momento che si sta anche avvicinando il Natale, lancio con questo post l'ennesima campagna benefica, rivolgendomi alle gentili lettrici dell'angolo dello Zaùrdo.

Prendetevi il Guriuz, una di voi se lo prenda!
Non lasciatelo solo!
È peggio del panda, ormai, da quanto è in pericolo.
Ogni giorno quest'uomo rischia di essere colto alla sprovvista e violentato in un'aula dell'università.
Salvate il Guriuz.

domenica 2 dicembre 2007

3° Post della domenica

Questo post della domenica è dedicato a Carlo.
Carlo in realtà non esiste, ma questo post se lo merita comunque.

sabato 1 dicembre 2007

Habemus Vassallum

Ed eccola qua! L'ennesima proposta di legge elettorale è arrivata, ma mi pare che non abbia riscosso tanto interesse. Come ogni volta, si sente sempre parlare di riforme, ma poi ci si lascia spazio per trattare... tanto spazio... troppo spazio...

Insomma, non sono così ottimista, sul futuro di questa proposta che, essendo stata presentata da Veltroni insieme col Prof. Salvatore Vassallo dell'Università di Bologna, è stata già da qualcuno ribattezzata "Vassallum".

Il sistema descritto da questa proposta dichiara come propri modelli ispiratori quello spagnolo e quello tedesco, perciò mi è venuto in mente, per spiegare come funziona, confrontare la Legge elettorale del Bundestag del 1956 con questo sistema.



1) Nel sistema tedesco gli elettori hanno due voti disponibili: Erststimme e Zweitstimme, il primo per eleggere un rappresentante nel proprio collegio uninominale e il secondo che verrà conteggiato su base federale (ma con un complesso sistema di ripartizione tra i Länder, secondo il sistema proporzionale. I due voti possono essere disgiunti.
1) Nel Vassallum gli elettori hanno solo un voto, ma con due valori distinti: da un lato il voto sarà contato per eleggere un rappresentante nel proprio collegio uninominale e il secondo che verrà conteggiato col sistema proporzionale non su base nazionale, ma in singole circoscrizioni che possono comprendere 6, 7 oppure 8 collegi uninominali.

2) Il numero dei seggi assegnati col sistema maggioritario è pari a metà del numero dei deputati. In Italia, l'art. 56 della Costituzione, però, fissa il numero preciso dei deputati in seicentrotrenta, senza possibili variazioni.
Il voto al maggioritario per un candidato è collegato ad una lista bloccata (tra l'altro graficamente posta sotto il candidato), perciò un voto maggioritario per il candidato locale del partito X al maggioritario sarà anche un voto al partito X al proporzionale nella circoscrizione a cui appartiene il collegio uninominale.
2) Il numero dei seggi assegnati col sistema maggioritario è pari a metà del numero dei deputati del Bundestag, che peraltro non è disciplinato a livello costituzionale (e questo è forse il motivo più semplice per cui il sistema in tedesco non può essere applicato integralmente in Italia per mezzo di una legge ordinaria), ma di cui è stabilito un "numero previsto" in base alla popolazione.

3) Al riparto proporzionale dei seggi partecipano tutti i partiti che hanno ottenuto almeno il 5% dei voti su base nazionale.
3) Al riparto proporzionale dei seggi partecipano tutti i partiti, senza sbarramenti rilevanti, perché il riparto stesso è compiuto non a livello nazionale, ma di circoscrizioni, che assegneranno soltanto 12, 14 o 16 seggi, dando meno possibilità ai partiti piccoli di entrare in Parlamento.

4) Il numero dei seggi assegnati col sistema proporzionale è uguale al "numero previsto" di tutti i deputati del Bundestag. A questo punto si ha già pressappoco un'idea della composizione del Bundestag, ma per ottenere la vera composizione dell'Assemblea bisogna ancora operare una sottrazione.
4) Anche col Vassallum si assegnano col sistema proporzionale tutti i seggi del Parlamento, e si deve dunque procedere ad una sottrazione, per determinare il numero definitivo dei deputati. A differenza del sistema tedesco, poi il Vassallum prevede un riparto proporzionale secondo il cosiddetto metodo D'Hondt.

5) Per questo si considerano tutte le liste che hanno ottenuto più del 5% delle preferenze col sistema proporzionale e più di 3 collegi uninominali, sottraendo i seggi ottenuti al maggioritario a quello ottenuto col sistema proporzionale.
Se una lista ha ottenuto più seggi al maggioritario di quanti le spetterebbero sol riparto proporzionale, li conserverà. Questi seggi in più, i cosiddetti Überhangmandate, saranno aggiunti al "numero previsto", dando così il numero e la composizione definitiva del Bundestag.
5) La sottrazione da operare, però, non avviene a livello nazionale, ma, come già dicevamo per il riparto proporzionale, a livello di circoscrizioni. Eventuali incongruenze tra il numero di seggi al maggioritario e di quelli al proporzionale vengono risolti eseguendo di nuovo la divisione proporzionale dei seggi (col metodo D'Hondt, si tratta semplicemente di selezionare meno seggi).

Il sistema, va detto, ha qualche pregio: cerca di inserire dei sistemi di limitazione alla frammentazione, riuscendo a non nominare mai parole come
sbarramento, e riesce a conciliare in qualche modo sistemi noti per essere funzionali ed affidabili (il tedesco e lo spagnolo) con il nostro ordinamento.
D'altra parte, però, mi permetto di far notare una cosa che il sistema elettorale potrebbe e dovrebbe garantire: tutti i sistemi di limitazione della frammentazione dei partiti sono destinati all'insuccesso, se vengono aggirati dai partiti stessi, per mezzo di coalizioni. Una coalizione, in virtù dell'accordo elettorale che ne sta alla base, può organizzarsi per sfuggire alle regole di limitazione del sistema elettorale, permettendo anche a partiti molto piccoli di entrare alla Camera (col Mattarellum si applicò per esempio il sistema della desistenza, di cui wikipedia fornisce una spiegazione che secondo me non rende pienamente conto dei suoi effetti negativi).

Il vero problema, dunque, sono proprio le coalizioni predefinite che parte del nostro mondo politico vorrebbe conservare, per puntare ad un bipolarismo, senza pensare che queste coalizioni, permettendo a partiti piccoli di entrare in Parlamento, minano il tanto decantato bipolarismo prima che nasca davvero.


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