
Se vedo fuori dal finestrino la neve a pochi metri dall'ingresso del San Gottardo, sembra ancora più strano che meno di ventiquattro ore fa facevo irruzione nella festa di laurea di Elisa, a Bologna, cogliendo di sorpresa non poche persone.
La festa è andata benissimo: il posto era davvero bello, una galleria letteralmente a pochi metri dal cancello di casa della neodottoressa... e poi Frankenstein Junior proiettato su uno dei muri... Mancini in sottofondo... diversi invitati che si prendevano/passavano/sottraevano il boa di Elisa, il quale alla fine se li è con ogni probabilità girati tutti... me compreso, devo ammettere...
Piccola caratteristica di questa festa è che, per un qualche strano motivo, diversi convitati si sono organizzati -indipendetemente l'uno dall'altro- per vestirsi, se non proprio tutti di un colore, almeno di tonalità molto prossime tra loro, tra l'azzurro della cravatta di Paolino e il blu acceso del vestito di Elisa, tra la maglia del Decano e la giacca di Dave, tra la gonna della Paola e la giacc... la magl... i pant... ehm... no, ci rinuncio: non è che Alice si veste sempre e solo di blu, ma -più semplicemente- Alice è blu. Punto.
Senza contare poi, per inciso, lo zerbino azzurro all'ingresso (un ca-po-la-vo-ro, credetemi).
Sono gradite teorie che siano idonee a spiegare come mai in tanti abbiano sentito il bisogno di vestirsi più o meno dello stesso colore e, dato che questo è pur sempre il mio blog, più queste spiegazioni suoneranno assurde, meglio sarà.