domenica 25 novembre 2007

Dopo una festa colorata, una festa blu

Mi trovo a scrivere sul treno che mi sta riportando in quel di Costanza. Mi godrei molto di più il piacere di fare il figo col portatile sul treno, se non vedessi decine di computer aperti da altrettanti miei compagni di viaggio. Pazienza.
Se vedo fuori dal finestrino la neve a pochi metri dall'ingresso del San Gottardo, sembra ancora più strano che meno di ventiquattro ore fa facevo irruzione nella festa di laurea di Elisa, a Bologna, cogliendo di sorpresa non poche persone.
La festa è andata benissimo: il posto era davvero bello, una galleria letteralmente a pochi metri dal cancello di casa della neodottoressa... e poi Frankenstein Junior proiettato su uno dei muri... Mancini in sottofondo... diversi invitati che si prendevano/passavano/sottraevano il boa di Elisa, il quale alla fine se li è con ogni probabilità girati tutti... me compreso, devo ammettere...

Piccola caratteristica di questa festa è che, per un qualche strano motivo, diversi convitati si sono organizzati -indipendetemente l'uno dall'altro- per vestirsi, se non proprio tutti di un colore, almeno di tonalità molto prossime tra loro, tra l'azzurro della cravatta di Paolino e il blu acceso del vestito di Elisa, tra la maglia del Decano e la giacca di Dave, tra la gonna della Paola e la giacc... la magl... i pant... ehm... no, ci rinuncio: non è che Alice si veste sempre e solo di blu, ma -più semplicemente- Alice è blu. Punto.
Senza contare poi, per inciso, lo zerbino azzurro all'ingresso (un ca-po-la-vo-ro, credetemi).
Sono gradite teorie che siano idonee a spiegare come mai in tanti abbiano sentito il bisogno di vestirsi più o meno dello stesso colore e, dato che questo è pur sempre il mio blog, più queste spiegazioni suoneranno assurde, meglio sarà.