Sono tornato a Bologna, e naturalmente sono subito stato fagocitato dagli impegni del coro, che in questo momento (e ti pareva!) sono anche più fitti del solito.
Il fatto è che in questi giorni il Coro Euridice organizza un festival di musica corale a Bologna (sì, Bologna ha un festival di musica corale) (e pure internazionale) (beh, ora lo sapete), e naturalmente questo festival non potrebbe essere davvero internazionale senza ospiti altrettanto internazionali, perciò la settimana prima del mio ritorno da Costanza ci ha fatto visita un coro finlandese, mentre lo scorso fine settimana ci è venuto a trovare (e a dirigere) un direttore svedese.
È arrivato mercoledì, giovedì ha fatto una prova-fiume (ovviamente con mega-mangiata dopo) e venerdì ha tenuto al conservatorio una lezione sulla musica corale scandinava. Ok, quest'ultima cosa sembra piuttosto pesante, detta così, ma è stato molto interessante, e per alcune cose anche molto divertente: abbiamo provato un pezzo degli anni '60 dove i cantori ad un certo punto devono sussurrare il loro numero di telefono (giuro!), abbiamo sentito un mottetto scritto evidentemente per una comitiva di nevrotici e abbiamo perfino cantato in danese (sì, proprio in una lingua che ha sette suoni diversi per la sola lettera A, proprio in danese). Sabato poi il nostro ospite svedese (già steso da una serie di pranzi e cene massacranti, tra giovedì e venerdì) ha fatto un giro turistico di Bologna, e io gli ho fatto da guida.
E qui permettetemi di aprire una parentesi, una volta tanto senza scriverla: chi mi conosce sa che se mi metto a fare da guida in un posto poi bisogna abbattermi a fucilate, perché una volta che ho attaccato a parlare non mi fermo più. Stavolta stavo davvero per arrendermi: per la prima volta ho trovato un turista che non ha accusato un segno di stanchezza uno, neppure dopo ore.
Infine ieri abbiamo fatto un concerto in una delle bellissime sale affrescate di Palazzo Pepoli Campogrande (le foto arriveranno presto). In realtà era un concerto-aperitivo, abbiamo cominciato a mezzogiorno e abbiamo finito relativamente presto.
E poi -direte voi- dopo il concerto abbiamo fatto aperitivo, no?
No. Il concerto è l'aperitivo, è questa la principale caratteristica della sua difficilmente decifrabile natura.
So cosa state pensando, e posso già da subito dire che no, la sala non era affatto vuota e presto, prestissimo (leggi: domani, quando sarò un po' più lucido), metterò le foto su Flickr e inserirò nel template un'aggiunta provvisoria al blog: le prossime date dei concerti del festival.
Intanto mi accascio sul letto.
Accorrete numerosi!
Non a vedermi accasciato sul letto, ai concerti!