Ci sarebbero molte altre cose da raccontare, anzi ce ne saranno presto.
Intanto vi rendo partecipi di una cosa che mi è venuta in mente, appena sveglio.
Stanotte ritornerà l'ora solare, e dovremo mettere le lancette indietro di un'ora. Ecco, io non sopporto questa storia dell'ora legale e dell'ora solare... non riesco ad adattarmi all'idea che sono le otto e ventidue, ma in realtà sarebbero le sette e ventidue. Proprio no. A starmi addosso è proprio il principio che, se sono le sette e ventidue, ma tra di noi ci raccontiamo tutti quanti che sono le otto e ventidue, l'orario cambia. Allora perché non sostituire le sette e ventidue con mezzogiorno o con le cinque del pomeriggio? Se sono le sette e ventidue, sono le sette e ventidue. Punto.
E dire c'è ancora qualcuno che propone di estendere l'ora legale a tutto l'anno. Ma perché? Perché continuare questa presa per il culo collettiva?
Dicono che così facendo vogliono guadagnare ore di luce e risparmiare sull'illuminazione? Beh, c'è una soluzione migliore: si sveglino prima!
sabato 25 ottobre 2008
lunedì 20 ottobre 2008
L'ospite svedese.
Sono tornato a Bologna, e naturalmente sono subito stato fagocitato dagli impegni del coro, che in questo momento (e ti pareva!) sono anche più fitti del solito.
Il fatto è che in questi giorni il Coro Euridice organizza un festival di musica corale a Bologna (sì, Bologna ha un festival di musica corale) (e pure internazionale) (beh, ora lo sapete), e naturalmente questo festival non potrebbe essere davvero internazionale senza ospiti altrettanto internazionali, perciò la settimana prima del mio ritorno da Costanza ci ha fatto visita un coro finlandese, mentre lo scorso fine settimana ci è venuto a trovare (e a dirigere) un direttore svedese.
È arrivato mercoledì, giovedì ha fatto una prova-fiume (ovviamente con mega-mangiata dopo) e venerdì ha tenuto al conservatorio una lezione sulla musica corale scandinava. Ok, quest'ultima cosa sembra piuttosto pesante, detta così, ma è stato molto interessante, e per alcune cose anche molto divertente: abbiamo provato un pezzo degli anni '60 dove i cantori ad un certo punto devono sussurrare il loro numero di telefono (giuro!), abbiamo sentito un mottetto scritto evidentemente per una comitiva di nevrotici e abbiamo perfino cantato in danese (sì, proprio in una lingua che ha sette suoni diversi per la sola lettera A, proprio in danese). Sabato poi il nostro ospite svedese (già steso da una serie di pranzi e cene massacranti, tra giovedì e venerdì) ha fatto un giro turistico di Bologna, e io gli ho fatto da guida.
E qui permettetemi di aprire una parentesi, una volta tanto senza scriverla: chi mi conosce sa che se mi metto a fare da guida in un posto poi bisogna abbattermi a fucilate, perché una volta che ho attaccato a parlare non mi fermo più. Stavolta stavo davvero per arrendermi: per la prima volta ho trovato un turista che non ha accusato un segno di stanchezza uno, neppure dopo ore.
Infine ieri abbiamo fatto un concerto in una delle bellissime sale affrescate di Palazzo Pepoli Campogrande (le foto arriveranno presto). In realtà era un concerto-aperitivo, abbiamo cominciato a mezzogiorno e abbiamo finito relativamente presto.
E poi -direte voi- dopo il concerto abbiamo fatto aperitivo, no?
No. Il concerto è l'aperitivo, è questa la principale caratteristica della sua difficilmente decifrabile natura.
So cosa state pensando, e posso già da subito dire che no, la sala non era affatto vuota e presto, prestissimo (leggi: domani, quando sarò un po' più lucido), metterò le foto su Flickr e inserirò nel template un'aggiunta provvisoria al blog: le prossime date dei concerti del festival.
Intanto mi accascio sul letto.
Accorrete numerosi!
Non a vedermi accasciato sul letto, ai concerti!
Il fatto è che in questi giorni il Coro Euridice organizza un festival di musica corale a Bologna (sì, Bologna ha un festival di musica corale) (e pure internazionale) (beh, ora lo sapete), e naturalmente questo festival non potrebbe essere davvero internazionale senza ospiti altrettanto internazionali, perciò la settimana prima del mio ritorno da Costanza ci ha fatto visita un coro finlandese, mentre lo scorso fine settimana ci è venuto a trovare (e a dirigere) un direttore svedese.
È arrivato mercoledì, giovedì ha fatto una prova-fiume (ovviamente con mega-mangiata dopo) e venerdì ha tenuto al conservatorio una lezione sulla musica corale scandinava. Ok, quest'ultima cosa sembra piuttosto pesante, detta così, ma è stato molto interessante, e per alcune cose anche molto divertente: abbiamo provato un pezzo degli anni '60 dove i cantori ad un certo punto devono sussurrare il loro numero di telefono (giuro!), abbiamo sentito un mottetto scritto evidentemente per una comitiva di nevrotici e abbiamo perfino cantato in danese (sì, proprio in una lingua che ha sette suoni diversi per la sola lettera A, proprio in danese). Sabato poi il nostro ospite svedese (già steso da una serie di pranzi e cene massacranti, tra giovedì e venerdì) ha fatto un giro turistico di Bologna, e io gli ho fatto da guida.
E qui permettetemi di aprire una parentesi, una volta tanto senza scriverla: chi mi conosce sa che se mi metto a fare da guida in un posto poi bisogna abbattermi a fucilate, perché una volta che ho attaccato a parlare non mi fermo più. Stavolta stavo davvero per arrendermi: per la prima volta ho trovato un turista che non ha accusato un segno di stanchezza uno, neppure dopo ore.
Infine ieri abbiamo fatto un concerto in una delle bellissime sale affrescate di Palazzo Pepoli Campogrande (le foto arriveranno presto). In realtà era un concerto-aperitivo, abbiamo cominciato a mezzogiorno e abbiamo finito relativamente presto.
E poi -direte voi- dopo il concerto abbiamo fatto aperitivo, no?
No. Il concerto è l'aperitivo, è questa la principale caratteristica della sua difficilmente decifrabile natura.
So cosa state pensando, e posso già da subito dire che no, la sala non era affatto vuota e presto, prestissimo (leggi: domani, quando sarò un po' più lucido), metterò le foto su Flickr e inserirò nel template un'aggiunta provvisoria al blog: le prossime date dei concerti del festival.
Intanto mi accascio sul letto.
Accorrete numerosi!
Non a vedermi accasciato sul letto, ai concerti!
martedì 14 ottobre 2008
Torniamo seri per un momento
Torniamo seri per un momento (solo per un momento).
Vorrei parlarvi di un'iniziativa importante che è cominciata qualche giorno fa e che continuerà ancora per diverse settimane.
Per parlare di questa iniziativa è necessario tornare un po' indietro nel tempo, al giugno del 2003, quando fu approvata la Legge n. 140, che tra l'altro conteneva disposizioni "in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato", detta anche Legge o Lodo Schifani. Il 13 gennaio 2004 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime diverse parti di questa legge, in contrasto con gli articoli 3 e 24 della Costituzione (qui trovate il testo della decisione della Corte).
Nel luglio del 2008, dopo appena 25 giorni, una nuova versione di quella legge è stata approvata dal Parlamento, stavolta col nome di Lodo Alfano. La sostanza non cambia, perché resta in questa nuova legge la più importante delle disposizioni di quella di cinque anni fa, la sospensione dei processi penali indipendentemente dai reati contestati e anche "per fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione". Per questo motivo il tribunale di Milano ha sollevato questione di legittimità costituzionale, rimettendo una seconda volta la decisione alla Consulta.
Ed è proprio nel nome comunemente usato per definire la norma contestata che questa rivela la sua vera natura: lodo. Un lodo è in diritto il risultato di un arbitrato: se le parti non vogliono giungere al processo civile, affidano la questione ad un arbitro, che scrive appunto un lodo. È questo il ragionamento che si cela dietro ai discorsi sulla serenità delle alte cariche dello Stato: visti i risultati degli interventi del centrodestra in materia di giustizia, tanto vale accordare a Berlusconi una norma che preme a lui personalmente preme, augurandosi che di questo s'accontenti. E se qualcuno, chiunque sia dovesse mettersi in mezzo, ecco che quello diventa il vero nemico, perché "ostacola il dialogo".
Non riesco a non pensare a Bossi, che, appresa la notizia della decisione di Milano, risponde «Dicano quello che vogliono. Se il Parlamento lo approva è legge», ignorando che la Corte Costituzionale sta lì apposta, o ancora peggio, Bocchino, secondo cui la questione sollevata da Milano dimostra come «è urgente la riforma sulla giustizia» (fonte: Repubblica.it).
La mia domanda è: fino a dove si spingerà il partito degli amici (e degli avvocati) di Berlusconi a fare violenza al nostro ordinamento per salvarlo dai processi?
Credo che in questa situazione tutti possano e debbano prendere una posizione: accettare qualsiasi accordo pur di "seppellire l'ascia di guerra" ha prodotto mostri giuridici quali queste due leggi, mentre il continuare a nascondersi dietro il benaltrismo del PD è indifendibile, perché qui sono in ballo i principi fondamentali del nostro ordinamento su cui non si può trattare.
Per questo invito tutti quanti a firmare per il referendum abrogativo contro il Lodo Alfano, e posto il link sia qui, sia in forma di banner, a destra in basso.
Grazie.
Vorrei parlarvi di un'iniziativa importante che è cominciata qualche giorno fa e che continuerà ancora per diverse settimane.
Per parlare di questa iniziativa è necessario tornare un po' indietro nel tempo, al giugno del 2003, quando fu approvata la Legge n. 140, che tra l'altro conteneva disposizioni "in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato", detta anche Legge o Lodo Schifani. Il 13 gennaio 2004 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime diverse parti di questa legge, in contrasto con gli articoli 3 e 24 della Costituzione (qui trovate il testo della decisione della Corte).
Nel luglio del 2008, dopo appena 25 giorni, una nuova versione di quella legge è stata approvata dal Parlamento, stavolta col nome di Lodo Alfano. La sostanza non cambia, perché resta in questa nuova legge la più importante delle disposizioni di quella di cinque anni fa, la sospensione dei processi penali indipendentemente dai reati contestati e anche "per fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione". Per questo motivo il tribunale di Milano ha sollevato questione di legittimità costituzionale, rimettendo una seconda volta la decisione alla Consulta.
Ed è proprio nel nome comunemente usato per definire la norma contestata che questa rivela la sua vera natura: lodo. Un lodo è in diritto il risultato di un arbitrato: se le parti non vogliono giungere al processo civile, affidano la questione ad un arbitro, che scrive appunto un lodo. È questo il ragionamento che si cela dietro ai discorsi sulla serenità delle alte cariche dello Stato: visti i risultati degli interventi del centrodestra in materia di giustizia, tanto vale accordare a Berlusconi una norma che preme a lui personalmente preme, augurandosi che di questo s'accontenti. E se qualcuno, chiunque sia dovesse mettersi in mezzo, ecco che quello diventa il vero nemico, perché "ostacola il dialogo".
Non riesco a non pensare a Bossi, che, appresa la notizia della decisione di Milano, risponde «Dicano quello che vogliono. Se il Parlamento lo approva è legge», ignorando che la Corte Costituzionale sta lì apposta, o ancora peggio, Bocchino, secondo cui la questione sollevata da Milano dimostra come «è urgente la riforma sulla giustizia» (fonte: Repubblica.it).
La mia domanda è: fino a dove si spingerà il partito degli amici (e degli avvocati) di Berlusconi a fare violenza al nostro ordinamento per salvarlo dai processi?
Credo che in questa situazione tutti possano e debbano prendere una posizione: accettare qualsiasi accordo pur di "seppellire l'ascia di guerra" ha prodotto mostri giuridici quali queste due leggi, mentre il continuare a nascondersi dietro il benaltrismo del PD è indifendibile, perché qui sono in ballo i principi fondamentali del nostro ordinamento su cui non si può trattare.
Per questo invito tutti quanti a firmare per il referendum abrogativo contro il Lodo Alfano, e posto il link sia qui, sia in forma di banner, a destra in basso.
Grazie.
lunedì 13 ottobre 2008
Ravanando ravanando...
Sono arrivato a Bologna il 28 settembre 2008.
Ero partito per Costanza il 30 settembre 2007.
Trecentosessantaquattro giorni.
E sono finiti... e finiti da due settimane, per giunta. Due settimane in cui sono stato sommerso di impegni, di gente da vedere, di cose da fare e soprattutto cose da riordinare. Stavolta però ho voluto fare in grande, spostando scaffali riesumando cose dimenticate sulla mia libreria da anni e anni, e sono perfino andato a rimettere mano nelle vecchie carte della famiglia di mia madre (che ovviamente tengo io) (logico, no?)...
Stavo tirando fuori da una cartellina alcune lettere fino a quando non ne ho trovata una, spedita da Nagymaros nel '57, con due foto allegate. Era presente mia madre che mi ha regalato l'ennesimo racconto sintetico delle psicosi di famiglia.
Zaùrdo: Ma perché qualcuno dovrebbe spedire le foto di un secchio?
Madre: Quello non è un secchio, è una cosa che ha inventato mia nonna.
Zaùrdo: E cosa sarebbe?
Madre: Serve per salvare i pulcini, per evitare che muoiano di freddo.
Zaùrdo: Prego?
Madre: Sì... Tua bisnonna era un po' pazza, e ogni tanto si metteva e inventava qualche cosa del genere. Per quell'affare ci ha rotto le scatole per anni...
Ero partito per Costanza il 30 settembre 2007.
Trecentosessantaquattro giorni.
E sono finiti... e finiti da due settimane, per giunta. Due settimane in cui sono stato sommerso di impegni, di gente da vedere, di cose da fare e soprattutto cose da riordinare. Stavolta però ho voluto fare in grande, spostando scaffali riesumando cose dimenticate sulla mia libreria da anni e anni, e sono perfino andato a rimettere mano nelle vecchie carte della famiglia di mia madre (che ovviamente tengo io) (logico, no?)...
Stavo tirando fuori da una cartellina alcune lettere fino a quando non ne ho trovata una, spedita da Nagymaros nel '57, con due foto allegate. Era presente mia madre che mi ha regalato l'ennesimo racconto sintetico delle psicosi di famiglia.
Zaùrdo: Ma perché qualcuno dovrebbe spedire le foto di un secchio?
Madre: Quello non è un secchio, è una cosa che ha inventato mia nonna.
Zaùrdo: E cosa sarebbe?
Madre: Serve per salvare i pulcini, per evitare che muoiano di freddo.
Zaùrdo: Prego?
Madre: Sì... Tua bisnonna era un po' pazza, e ogni tanto si metteva e inventava qualche cosa del genere. Per quell'affare ci ha rotto le scatole per anni...
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