sabato 29 marzo 2008

Ok, Bologna è ridicolmente piccola.

Bologna è piccola, estremamente più piccola di quanto non si creda.

Qualche giorno fa ho contattato, su uno dei soliti quattro siti, Andrea, un ragazzo che studia giurisprudenza a Bologna.
Ci siamo scritti per un po' su msn, e abbiamo pranzato assieme, parlando di erasmus, di musica e dei quattro matti che popolano la nostra facoltà.

Negli stessi giorni ho conosciuto allo stesso modo Alberto, un ragazzo che studia ingegneria a Bologna.
Ci siamo scritti per un po' su msn, e ieri sera, dopo una giornata da dimenticare sotto diversi punti di vista, ho pensato di proporgli di andare a prendere un caffè.
Mi ha risposto invitandomi a cena con due suoi amici, ed io ho accettato di buon grado.

Da lì in poi è stato un continuo, degno delle migliori soap opera.
Prima di tutto uno dei due amici di Alberto che doveva venire a cena altri non era che Andrea, il ragazzo con cui avevo pranzato giorni fa, di cui sopra.
Mentre eravamo in pizzeria, poi, sono partiti dal nostro tavolo spontanei commenti su un biondone-bonazzo che stava aspettando fuori un tavolo al freddo e al gelo. Mi è sfuggito detto che il tizio somigliava a Morten, il notevole coinquilino norvegese di un mio compagno di corso del primo anno, e così ho scoperto che Alberto conosce Morten, il mio compagno di corso, e uno dei suoi migliori amici, che anche io conosco e vedo abbastanza spesso.
A quel punto la conversazione è virata sul fatto che a Bologna tutti conoscono tutti ed è incredibile quanto la città sia piccola, e ho nominato ovviamente Mattia, con cui da un casino di tempo mi trovo a dire a voce o via gmail che Bologna è un buco ridicolmente piccolo. «Ma che, conosci anche tu Mattia?» è stata la risposta.
Non ho parole.

Il resto dei discorsi della tavolata era troppo meravigliosamente delirante per essere ricostruito nel dettaglio, ma si è parlato tra l'altro delle implicazioni freudiane del taglio delle dita, della possibilità di vestirsi e mascherarsi a strati, del fatto che cip e ciop siano degli scoiattoli, pur somigliando più a dei criceti, del silenzio ad oltranza dei tedeschi, di pettini e brillantina assieme, degli effetti dell'alcol e dello zenzero e della figura del tutor, all'università.
A rileggerlo adesso sembra sconvolgente, ma c'era un filo logico, più o meno... giuro!