Visti i risultati la voglia di parlare mi è addirittura scesa.
Riporto perciò un commento comparso ieri pomeriggio sulla versione online die "die Zeit", autorevole giornale tedesco, a firma di Birgit Schönau. Il testo in tedesco è in questa pagina.
Berlusconi, di nuovo.
Amaro risultato elettorale in Italia: il conservatore Silvio Berlusconi diventerà per la terza volta Presidente del Consiglio. Presagio per nulla positivo. Un commento.
Silvio Berlusconi e il suo "Popolo delle Libertà" (PdL) hanno vinto le elezioni parlamentari in Italia. Su questo non c'è quasi più dubbio, dopo i risultati dei primi conteggi che riguardano il Senato, ma che saranno di poco diversi alla Camera. Il vantaggio di Berlusconi su Walter Veltroni e i "Democratici" (PD) cresce addirittura di ora in ora.
Si tratta, contrariamente agli ultimi sondaggi e agli exit poll, di una vittoria significativa. Una chiara maggioranza degli Italiani vuole che il settantunenne imprenditore di Milano diventi per la terza volta Presidente del Consiglio [l'Autrice qui non mette in conto la crisi del 2005, che fa sì che il prossimo governo sia il quarto governo Berlusconi]. Al suo seguito Berlusconi ha l'Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e un piccolissimo partito democristiano. È sostenuto dalla Lega Nord, che si è affermata nelle sue zone d'origine e su base nazionale è arrivata poco oltre il 6%.
Bossi e Berlusconi, due uomini sulla settantina, governeranno dunque l'Italia. E prevedibilmente per i prossimi cinque anni, perché hanno una maggioranza stabile. Da loro non ci si può aspettare molto di nuovo - Berlusconi è sulla scena politica da 14 anni, Bossi anche da un po' di più. E ciò non promette nulla di buono.
Per l'Italia questo risultato elettorale è un grande passo indietro. Aumenterà ancora di più la distanza dall'Europa - Berlusconi e i suoi alleati non hanno mai fatto mistero del fatto che dell'Europa non si curano proprio per niente. Per Bossi l'UE è una costruzione di "comunisti e massoni". E Berlusconi si comporta come se l'Italia non dovesse permettere a Bruxelles di dirle alcunché. In un'Italia un tempo così europeista ci sono da anni sentimenti antieuropei. Queste elezioni sono un segnale evidente.
Nella sua campagna elettorale Berlusconi ha parlato di poche cose concrete, a parte l'abolizione del bollo per i auto e motoveicoli. Politica ambientale? Non pertinente. Politica scolastica, considerati anche i disastrosi risultati Pisa degli studenti italiani? Nessun interesse. Politiche a sostegno della famiglia nel paese con il più basso tasso di natalità al Mondo? Superflue, come pure le ricette contro la disoccupazione giovanile orrendamente alta. Al contrario, Berlusconi ha definito un boss della mafia "eroico", annunciato regolari test psicologici per giudici e procuratori, dichiarato di avere nel suo partito le donne più belle, e consigliato ad un'italiana senza prospettive di lavoro di sposare suo figlio. È stato Berlusconi, come l'Italia e il Mondo lo conoscono da anni - populistico, egomaniaco, folcloristico - e agli estremi limiti dell'eticamente, politicamente e giuridicamente consentito. Il suo collega Bossi supera anche questa linea, e ha annunciato che in caso di brogli elettorali il "Popolo del nord" avrebbe imbracciato i fucili.
Gli Italiani vogliono tutto ciò. Lo trovano buono e giusto. Ripongono ancora una volta le loro speranze in un uomo che ha arrecato all'immagine internazionale del suo Paese danni immensi, ed è stato una stella cadente nel risanare le finanze dello Stato, così come nella lotta alla criminalità organizzata. Durante il suo ultimo mandato [si riferisce agli ultimi due, vedi sopra] Berlusconi ha emanato un'intera serie di leggi ad personam per allontanare da sé gli inquirenti e aumentare il proprio patrimonio.
Nonostante questo o forse proprio per questo una chiara maggioranza degli Italiani vuole essere governata da lui. Si fidano di Berlusconi - oppure lo hanno votato solo perché sanno che Berlusconi li lascerà in pace. Che non chiederà loro nulla. Che tutto rimarrà come è. Che nessuno verrà da loro a chiedere dolorose riforme, perché lui non chiederà loro sacrifici. Ha venduto loro con successo un'immagine di sé e del loro Paese che non ha nulla a che fare con l'amara realtà.
L'avversario di Berlusconi Walter Veltroni ha potuto consolidare nel panorama politico il proprio partito dei "Democratici" in una faticosa campagna elettorale. Non di più. Ha tentato di condurla con toni nuovi, meno rumorosi, meno pieni d'odio. È riuscito nell'intento - ma non è riuscito a mobilitare abbastanza elettori. Veltroni ha inoltre emarginato la sinistra, con la quale il suo predecessore Prodi aveva provato a governare, perché ha rinunciato ad un'alleanza con loro.
Presumibilmente per la prima volta dopo la guerra i comunisti non entreranno in Senato [quando l'articolo è stato scritto non si conoscevano ancora nel dettaglio i risultati della Camera]. L'alleanza di sinistra "Arcobaleno" è rimasta molto sotto le aspettative anche nelle regioni d'origine come l'Emilia Romagna. In Campania il PD ha subito un vero e proprio collasso. Di questo collasso Veltroni ha una grossa parte di responsabilità: avrebbe dovuto chiedere ai compagni di partito al governo della regione, che sono politicamente responsabili della crisi dei rifiuti, di dare le dimissioni.
Veltroni ha perso, dunque, ma comunque è riuscito a costruire un nuovo, forte Partito nel centrosinistra. A lui e ai Democratici potrebbe appartenere il futuro. Ci si chiede solo quando. E anche quale futuro l'Italia avrà fino ad allora.
Birgit Schönau