Ieri sera ho cantato ad un concerto, col mio coro.
No, ieri sera ho cantato ad una celebrazione liturgica, col mio coro.
No, ieri sera ho cantato ad una cerimonia di commemorazione, col mio coro.
Beh, chissenefrega, in fondo: ieri sera ho cantato col mio coro, e per la prima volta con mia madre e mia sorella, ed è stata una gran bella serata.
Questa festa-liturgia-concerto è stata ieri sera a Monteveglio, vicino Bologna.
All'inizio dell'anno 1527 Monteveglio era assediata da un esercito nemico, e i paesani fecero voto di donare alla chiesa dell'abbazia un cero all'anno, se fossero stati liberati da questa minaccia. Liberazione che puntualmente arrivò, sotto forma di nevicata, la notte del 24 marzo.
Da allora, precisi come orologi svizzeri (ma non come il mio, che da qualche mese sta un po' perdendo colpi), i montevegliesi vanno in processione verso la chiesa dell'abbazia (molto bella, anche se pesantemente ristrutturata nel Novecento) portando un cero ogni anno, il 25 marzo.
Sono passati quattrocentoottantun anni.
Questo, a casa mia, si chiama sbattimento.
Pensate se un brutto giorno non lo facessero... metti che per caso un anno se ne dovessero dimenticare... forse i soldati di quel dì ricomparirebbero di colpo, sgranchiendosi le quattro ossa e dicendo «Ok... allora... dove eravamo rimasti?»
Ad ogni modo è stata una gran bella serata, con tutto il paese, in parte pure in costume... col sindaco, con tanto di fascia tricolore e sorriso istituzionale... coi frati che ora abitano l'abbazia, che pare abbiano gradito il programma (anche la musica contemporanea, a tratti)... un ricco buffet, indispensabile per un buon dopoconcerto, con tutte le sue varie fasi etiliche progressive.
Finalmente un concerto con l'Euridice, devo dire che mi mancava davvero.