sabato 21 marzo 2009

Urgh!

Buon inizio di primavera a tutti! (e zaùrdi auguri di buon compleanno ad AnnaDiRavenna)
Buon inizio almeno per voi, spero, perché questa primavera ha già pensato bene di portarmi via gli ultim piaceri della tavola che mi erano concessi.
Tutto è cominciato quando sono andato da un otorino chiedendogli di farmi passare quella specie di tosse-maldigola-raffreddore che mi tartassa da settimane. Il dottore, molto professionale, è arrivato nello studio con venti professionalissimi minuti di ritardo, mia ha guardato professionalmente negli occhi e ha preso una decisione, una di quelle irrevocabili: si è inventato foniatra.
Il che, sintetizzando, si è ridotto da parte sua nel ficcarmi prima uno stecchino in gola (tanto per vedere quanto doveva bastonarmi la lingua prima di farmi vomitare) e poi nell'infilarmi un sondino su per il naso.
Alla fine della visita, il trionfale annuncio:
1) ho il setto nasale deviato
(evvabbe', chissene);
2) ho una vivissima reflettività faringea
(e io all'inizio pensavo "beh, buono! c'ho la faringe vivissima!")
(e invece no, no buono)
;
3) ho il reflusso
(come ogni studente di canto, praticamente).
Il guaio è che, a causa di questo piccolo problema, da lunedì prossimo in poi dovrò rinunciare a pomodoro, agrumi, bevande gassate, cioccolato, caffè e alcol.
Ora passi che dovrò controllare un po' la dieta... con un po' di sforzo riuscirò a dire di no al cioccolato... facendomi violenza imparerò a tenermi sveglio senza caffè... ma l'alcol proprio no, è una rinuncia che proprio non mi va giù...
Facciamo così: un bicchiere al giorno e amici come prima, ok?

Pensierino della sera: "Ma io dall'otorino non ero andato per la tosse?"

lunedì 2 marzo 2009

Andiam, andiam...

...andiamo a riordinar!
Questa stanza è un caos unico. La libreria è piena di libri di diritto che dovrò rivendere, mettere in cantina o bruciare in un falò purificatore, ma comunque sostituire coi nuovi libri dei corsi di storia. I cassetti dei mobili sono tutti pieni di vecchie carte, vecchi giornali, vecchi cadaveri di oppositori politici di cui mi devo sbarazzare al più presto. Tra la scrivania e il letto fanno la spola, a seconda dell'uso dell'una o del'altro, quaderni di spartiti, manifestini elettorali, libri, scatole, raccoglitori...
Benedicente su tutto 'sto casino sta il nume tutelare della mia stanza: Chavo, il pupazzo a forma di pinguino obeso.
La prima volta che sentii parlare di questo tipo di pupazzetti fu quando un mio amico ne regalò uno alla sua fidanzata, dandogli anche questo nome, che era quello -se non ricordo male- anche di un wrestler. E -conoscendo questo mio amico- l'omonimia può essere spiegata solo così, in effetti. Le cose si complicarono quando il mio allora fidanzato mi regalò un pupazzo uguale: chiamare un pupazzo Chavo crea assonanze piuttosto curiose per chiunque abiti da abbastanza tempo in Veneto... (nel caso ve le spiego, eh).
Fatto sta che da allora in camera mia Chavo guarda benedicente la confusione che si accumula periodicamente sulla mia scrivania, il cui stato attuale è rappresentato abbastanza fedelmente dalla foto qui sotto. Mi piace pensare che mi stia incoraggiando a darmi una mossa a pulire questo macello.
O -meglio- questa è l'interpretazione meno folle del suo ruolo che mi viene in mente, ora come ora...

Chavo (a sinistra) osserva con attenzione la stesura di questo post. E approva.