domenica 27 aprile 2008

Una domenica alternativa...

...in università.

Gli autobus oggi sono pieni di famiglie che vanno verso Mainau... i bambini con gli occhiali da sole corrono su e giù per l'autobus, tutti contenti della scampagnata... 
...cinni maledetti, quanto vi sto odiando!
Io devo tenere un Referat davanti ad una ventina di persone, domani. E non ho ancora abbastanza idee su come riempire i miei 15 minuti.

Arrivo all'università facendo un giro più lungo del dovuto, ma necessario perché gli autobus che portano all'ingresso principale non girano, di domenica. Provo ad entrare dal blocco G, dal lato opposto all'entrata principale. La porta è chiusa. Scagliando maledizioni a destra e a manca, mi tocca fare tutto il giro per arrivare all'ingresso, per poter entrare.

Entro in università, e mi accoglie un ospite imprevisto: nel bel mezzo del grande spazio aperto all'ingresso, di solito pieno di gente, si aggira tutto tranquillo un gatto, che oggi tratta l'Eingangsbereich come il suo territorio, dato che non c'è quasi nessuno in giro oltre me.

Lo prendo per buon auspicio e posto un paio di foto... non é mwucci?

martedì 22 aprile 2008

Ritorno con sorprese...

Scrivo in un ritaglio di tempo, prima di sottopormi di nuovo alla tortura (sia pur tecnologica) della palestra.

Devo preparare un Referat entro lunedì (e, dato che il prof riceve di giovedì, sarà come doverlo preparare tutto per dopodomani)

Casa nostra è ancora scollegata dal mondo, visto che qualcuno rimanda al mittente le bollette del telefono.

Piove quasi ininterrottamente da due giorni, senza mostrare la minima intenzione di smettere, prima o poi.

Sì, sto passando proprio una bella prima settimana, ma almeno riesco a connettermi da wi-fi dell'università, i corsi tutto sommato mi piacciono, e sto ricominciando a vedere i miei amici. Ieri ho anche provato col KonnKammCho, che sta preparando il programma per i concerti di luglio, con canti popolari della zona riarmonizzati. 
Sto cercando un aggettivo per definire come mi sento nell'ascoltarli... direi "perplesso".
Del resto, immaginatevi i canti popolari della Germania del sud. Mettete pure in conto tutti gli stereotipi che vi possono venire in mente. I coristi Euridice si immaginino anche un'armonizzazione simile a quella di Venezia tu sei bella. Sì, sono perplesso... ma non è tutto: in aggiunta a questi pezzi, ci sarà un brano dal titolo lunghissimo, impronunciabile e senza senso, definito in partitura un "Kitsch-Idylle", e che sembra essere stato scritto sotto la dettatura di un gruppo di disadattati che cercano di ricordare una canzone popolare, ma che non riescono a mettersi d'accordo sul testo e sulle note.
Anche la vita sociale ricomincia: ho incontrato di nuovo quasi tutti i miei ex compagni di corso, tutti gli altri erasmus italiani, con cui già si parla di gite (se il tempo smette di sabotarci) e di cene... tra l'altro dovrò cercare un'occasione per preparare quel chilo e mezzo di tortellini che ho portato da Bologna...

mercoledì 16 aprile 2008

Un vero cambiamento?

Comunque le si voglia prendere, queste elezioni hanno scosso e di molto il Parlamento, trasformandolo come mai si sarebbe pensato.

C'è chi parla addirittura di fine della Prima Repubblica solo adesso, chi apprezza la scelta di una scarsa caratterizzazione ideologica da parte del PD e tanti altri messaggi che non fanno altro che ripeterci come, nonostante la traumatica perdita delle forze di sinistra e di destra estrema, il nostro Parlamento se la riuscirà a cavare benissimo, anzi...

D' altra parte non posso non scrivere in questo post, buttato qui dopo lo choc iniziale (non del tutto smaltito, a dire la verità), qualche dubbio che mi assilla:

1) L'eliminazione dalla scena parlamentare di così tante forze che vi erano rappresentate almeno dal dopoguerra non è derivato, come dice il buon Guriuz dalla legge elettorale, ma proprio dall'appello al "voto utile" lanciato dai due candidati principali, unito alla grossa stanchezza dell'elettorato, richiamato alle urne dopo appena due anni. "Votiamo utile, per garantire al Paese la governabilità e le riforme che gli sono indispensabili, e (soprattutto) votiamo utile perché Berlusconi/Veltroni ci ha detto/ci ha fatto capire che ogni voto non dato al PdL/al PD è un voto dato alla parte avversa", questo è di fatto il ragionamento di molti di quelli che hanno votato per gli schieramenti maggiori. Allora dov'è la novità? Pur con una campagna elettorale molto più rilassata e dai toni più bassi che in passato, il problema resta sempre Berlusconi/non Berlusconi. O comunisti/non comunisti, se preferite. Con qualche motivazione in più del solito, per carità, ma in fondo non una grande novità.

2) I due grandi "partiti unici", PD e PdL, che ormai scrivo per più comodità direttamente PD/L in fondo restano la somma dei partiti di cui sono composti e che si sono fusi per formarli. La grande novità del PD (ma anche della Sinistra Arcobaleno) è costituita dalla scelta di non avere alcuna connotazione ideologica. Anzi, dirò di più, nel caso del PD, l'assenza di connotazione e basta. Questo fatto spiega due conseguenze visibili nei risultati del voto: da un lato la scomparsa della SA, troppo impegnata a fare una corsa al ribasso sui simboli e sulle parole d'ordine che mobilitano il suo elettorato, allo scopo di mettere troppi soggetti politici e troppo litigiosi dietro lo stesso simbolo (a quanti degli elettori della SA piaceva quel simbolo?); dall'altro l'improvviso clima Westminster che è caduto su tutta la scena politica (quella che conta ancora qualche seggio)... «Bravo, Silvio, hai vinto...» «Grazie, Walter, ma poi, se fate i bravi, si dialoga...» «Dai, ti faccio anche il governo-ombra...» «Bello, e magari qualche ministro lo scelgo nel PD»... insomma ora PdL e PD dialogano così bene non tanto perché siano spariti quei cattivacci dei comunisti, ma perché in fondo (e mica tanto in fondo) sono quantomeno compatibili, ammettiamolo: l'uno non dice niente di compromettente e rincorre a destra gli elettori conservatori, ma si proclama liberale, l'altro non dice niente di compromettente e rincorre i vecchi elettori democristiani, pur proclamandosi "di sinistra". Due soggetti neutri, più post-partiti, che partiti post-ideologici, protagonisti assoluti e che non si compromettono mai, che bella novità.

3) Ma chi è che terrà le fila della maggioranza e dell'opposizione, e con quali metodi? Chiediamocelo, e ci dovremo rispondere che, a parte il lodevole gesto di Prodi di abbandonare la presidenza del PD, sarà più o meno la stessa gente di prima. In fondo la grande ventata di nuovo che ci si attendeva è stata relativa, e per verificarlo basta guardare gli eletti del PD/L, come pure i protagonisti del "toto-ministri". Ma la cosa che lascia perplessi è che la "grande novità" della XVI Legislatura dovrà produrre risultati in un Paese congelato da un sistema istituzionale in molte parti decrepito e non funzionante, in un Parlamento disciplinato da un regolamento che è esattamente lo stesso di prima e che nessuno sta minimamente pensando di riformare seriamente. Un Parlamento che, lo sappiamo da anni, è una giungla insidiosa anche per il più ambizioso e determinato dei leader politici. Su questo fronte, proprio niente di nuovo.


La mia domanda è dunque: questo scenario costituisce un vero cambiamento sulla scena politica? È questo il vero cambiamento? Lo sapremo... dopo la pubblicità...

martedì 15 aprile 2008

Il voto visto da Amburgo

Delle elezioni politiche non ho parlato molto, quest'anno.
Visti i risultati la voglia di parlare mi è addirittura scesa.
Riporto perciò un commento comparso ieri pomeriggio sulla versione online die "die Zeit", autorevole giornale tedesco, a firma di Birgit Schönau. Il testo in tedesco è in questa pagina.

Berlusconi, di nuovo.
Amaro risultato elettorale in Italia: il conservatore Silvio Berlusconi diventerà per la terza volta Presidente del Consiglio. Presagio per nulla positivo. Un commento.

Silvio Berlusconi e il suo "Popolo delle Libertà" (PdL) hanno vinto le elezioni parlamentari in Italia. Su questo non c'è quasi più dubbio, dopo i risultati dei primi conteggi che riguardano il Senato, ma che saranno di poco diversi alla Camera. Il vantaggio di Berlusconi su Walter Veltroni e i "Democratici" (PD) cresce addirittura di ora in ora.

Si tratta, contrariamente agli ultimi sondaggi e agli exit poll, di una vittoria significativa. Una chiara maggioranza degli Italiani vuole che il settantunenne imprenditore di Milano diventi per la terza volta Presidente del Consiglio [l'Autrice qui non mette in conto la crisi del 2005, che fa sì che il prossimo governo sia il quarto governo Berlusconi]. Al suo seguito Berlusconi ha l'Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e un piccolissimo partito democristiano. È sostenuto dalla Lega Nord, che si è affermata nelle sue zone d'origine e su base nazionale è arrivata poco oltre il 6%.

Bossi e Berlusconi, due uomini sulla settantina, governeranno dunque l'Italia. E prevedibilmente per i prossimi cinque anni, perché hanno una maggioranza stabile. Da loro non ci si può aspettare molto di nuovo - Berlusconi è sulla scena politica da 14 anni, Bossi anche da un po' di più. E ciò non promette nulla di buono.

Per l'Italia questo risultato elettorale è un grande passo indietro. Aumenterà ancora di più la distanza dall'Europa - Berlusconi e i suoi alleati non hanno mai fatto mistero del fatto che dell'Europa non si curano proprio per niente. Per Bossi l'UE è una costruzione di "comunisti e massoni". E Berlusconi si comporta come se l'Italia non dovesse permettere a Bruxelles di dirle alcunché. In un'Italia un tempo così europeista ci sono da anni sentimenti antieuropei. Queste elezioni sono un segnale evidente.

Nella sua campagna elettorale Berlusconi ha parlato di poche cose concrete, a parte l'abolizione del bollo per i auto e motoveicoli. Politica ambientale? Non pertinente. Politica scolastica, considerati anche i disastrosi risultati Pisa degli studenti italiani? Nessun interesse. Politiche a sostegno della famiglia nel paese con il più basso tasso di natalità al Mondo? Superflue, come pure le ricette contro la disoccupazione giovanile orrendamente alta. Al contrario, Berlusconi ha definito un boss della mafia "eroico", annunciato regolari test psicologici per giudici e procuratori, dichiarato di avere nel suo partito le donne più belle, e consigliato ad un'italiana senza prospettive di lavoro di sposare suo figlio. È stato Berlusconi, come l'Italia e il Mondo lo conoscono da anni - populistico, egomaniaco, folcloristico - e agli estremi limiti dell'eticamente, politicamente e giuridicamente consentito. Il suo collega Bossi supera anche questa linea, e ha annunciato che in caso di brogli elettorali il "Popolo del nord" avrebbe imbracciato i fucili.

Gli Italiani vogliono tutto ciò. Lo trovano buono e giusto. Ripongono ancora una volta le loro speranze in un uomo che ha arrecato all'immagine internazionale del suo Paese danni immensi, ed è stato una stella cadente nel risanare le finanze dello Stato, così come nella lotta alla criminalità organizzata. Durante il suo ultimo mandato [si riferisce agli ultimi due, vedi sopra] Berlusconi ha emanato un'intera serie di leggi ad personam per allontanare da sé gli inquirenti e aumentare il proprio patrimonio.

Nonostante questo o forse proprio per questo una chiara maggioranza degli Italiani vuole essere governata da lui. Si fidano di Berlusconi - oppure lo hanno votato solo perché sanno che Berlusconi li lascerà in pace. Che non chiederà loro nulla. Che tutto rimarrà come è. Che nessuno verrà da loro a chiedere dolorose riforme, perché lui non chiederà loro sacrifici. Ha venduto loro con successo un'immagine di sé e del loro Paese che non ha nulla a che fare con l'amara realtà.

L'avversario di Berlusconi Walter Veltroni ha potuto consolidare nel panorama politico il proprio partito dei "Democratici" in una faticosa campagna elettorale. Non di più. Ha tentato di condurla con toni nuovi, meno rumorosi, meno pieni d'odio. È riuscito nell'intento - ma non è riuscito a mobilitare abbastanza elettori. Veltroni ha inoltre emarginato la sinistra, con la quale il suo predecessore Prodi aveva provato a governare, perché ha rinunciato ad un'alleanza con loro.

Presumibilmente per la prima volta dopo la guerra i comunisti non entreranno in Senato [quando l'articolo è stato scritto non si conoscevano ancora nel dettaglio i risultati della Camera]. L'alleanza di sinistra "Arcobaleno" è rimasta molto sotto le aspettative anche nelle regioni d'origine come l'Emilia Romagna. In Campania il PD ha subito un vero e proprio collasso. Di questo collasso Veltroni ha una grossa parte di responsabilità: avrebbe dovuto chiedere ai compagni di partito al governo della regione, che sono politicamente responsabili della crisi dei rifiuti, di dare le dimissioni.

Veltroni ha perso, dunque, ma comunque è riuscito a costruire un nuovo, forte Partito nel centrosinistra. A lui e ai Democratici potrebbe appartenere il futuro. Ci si chiede solo quando. E anche quale futuro l'Italia avrà fino ad allora.

Birgit Schönau